-Comandante, la tempesta sta sfasciando la nave abbiamo appena perso l’albero maestro.-
-Il cielo abbia pietà delle nostre anime, non ho mai visto un uragano di queste dimensioni-
-Dio perchè ci hai negato il cielo…-
Continuava a sentire quelle voci, gli ultimi momenti prima che la nave svivolasse nel gorgo. Si era svegliato legato a quel troncone non sapendo come avesse fatto, ma quello gli aveva salvato la vita.
L’ orizzonte degradava di colpo in una parete a picco che scendeva per diverse decine di metri, fin dove l’occhio poteva spaziare poteva solo vedere nebbia. Il contrasto con il paesaggio alle sue spalle era evidente, pensò che sotto quei due soli l’unica spiegazione era che la valle fosse una giungla un acquitrinio malsano. Non ebbe troppo tempo per pensare una voragine si apri sotto i suoi piedi, facendolo precipitare. L’abbraccio della vegetazione fu provvidenziale, cadeva amcora ma la sua corsa si stava lentamente arrestando e fu allora che comincio’ a vedere le prime piccole creature simili a scimmie che saltavano tra gli alberi. Usò la spada come un machete aprendosi una strada, il ruggito potente lo colse di sorpresa ma lo riportò in un altro tempo, in un’ altra era, Nimile, Sora non doveva essere lontana.
C’ era un legame tra i quattrro e i loro animali totem, Jorghe raggiunse Nimile e la pantera rispose con un moto di sorpresa, era stanca, non sapeva dove fosse Sora, aveva solo avvertito che fosse in quel mondo, ma non l’aveva trovata, la furia felina aveva preso il sopravvento e aveva iniziato a correre senza una meta, poi avvertendo una presenza, un ricordo, si era scagliata contro la parete friabile, causando la frana che l’aveva tirato giù. Apparve nesssun dubbio che fosse un felino, ma la mole gigantesca e i denti a sciabola la facevano somigliare più ad un animale estinto, o forse mai esistito…
-Sta buono Nimile, la troveremo insieme…-
Il ruggito si spense e una lacrima scese dai grandi occhi. la foresta tornò silenziosa.